ANTONIO SCACCABAROZZI

MERATE 1936 - COLLE BRIANZA 2008

Cresciuto in una famiglia modesta, già in tenera età si avvicina all’arte grazie ad un parente pittore e alla vicinanza con la famiglia nobiliare presso cui lavora l’adorato nonno.

Nel 1951, all’età di 15 anni, inizia a lavorare come apprendista fotolitografo a Milano e nel 1954 si iscrive ai corsi serali di Pittura della Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco. Negli anni del soggiorno milanese frequenta il quartiere di Brera dove incontra artisti come Carlo Carrà, Piero Manzoni e Lucio Fontana.

Nel 1959, una volta ottenuto il diploma, si trasferisce a Parigi insieme all'amico e compagno di studi Anchise Roncato, dove i due lavorano come pittori di scena.

Durante il soggiorno parigino approfondisce la conoscenza dei linguaggi artistici del tempo e delle avanguardie storiche da cui sono influenzati i lavori di quegli anni, con particolare riferimento a Hans Arp e Fernand Léger.

Nel 1965 viene allestita la sua prima mostra personale al Centro culturale Elio Agresti di Milano.

Dalla metà degli anni 1960, Scaccabarozzi inizia un ciclo di opere definito dall'artista stesso: Equilibrio statico-Dinamico; questi lavori sono una rielaborazione delle istanze concretiste e dell'astrazione con riferimenti al Neoplasticismo e al Cinetismo europeo.

Una volta rientrato in Italia, si trasferisce nel Quartiere delle Botteghe di Sesto San Giovanni, con cui si confronta ed entra in dialogo con molti artisti del suo tempo, tra cui Castellani, Bonalumi, Vermi, De Filippi, Fabro e Nagasawa.

A partire dalla fine degli anni Sessanta, l'artista definisce uno stile personale basato sul rigore, che nel corso degli anni si traduce nel perseguimento della regola e nel suo necessario superamento, generando così risultati sempre originali rispetto al panorama europeo.

Nei primi anni 1970, Scaccabarozzi lavora ad una nuova tipologia di opere: i Fustellati. Questi sono formati da una serie di elementi cilindrici ottenuti grazie ad una fustella e all'applicazione sul supporto neutro di elementi modulari emergenti o incavati, di diversa dimensione ed estensione. I cilindri possono essere parzialmente sollevati, inclinati, orientati e colorati e sono posizionati con andamento ritmico e sequenziale rispetto al supporto stesso.

Quando si trasferisce a Merate, sua città natale, incontra Antonio Calderara, grazie al quale si afferma artisticamente all'estero, soprattutto in Germania e in Svizzera.

Invece dall'incontro e dall'amicizia con Giorgio Casati nasce una galleria di respiro internazionale: lo Studio Casati. Sempre in questo periodo nascono le Prevalenze, in questi lavori il supporto neutro si anima di "puntini" disposti secondo un preciso calcolo matematico.

In questo periodo, tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni 1980, l'artista elabora una nuova forma di metodicità: la misurazione di tutti gli elementi della pittura (Misura/Distanza). Nascono così lavori come Linee Quasi Rette, Distanze Reali e Distanze Rappresentate, Peso di frammenti di colore.

Basandosi sull'idea che stendere una quantità di colore sia già far pittura, nel 1982 Scaccabarozzi avvia una nuova fase della sua arte liberandosi dagli schemi e del rigore a cui era stato fino a quel tempo legato.

Seguendo questo concetto nascono le Quantità libere, ovvero quantità di colore non misurate stese su superfici di diversa natura: prime tra tutte, il Polietilene, di cui l'artista rimane affascinato per le sue caratteristiche di leggerezza, trasparenza e versatilità. Il fatto di stendere la pittura su una superficie trasparente porta l'artista a concentrarsi sul colore e così nei primi anni 1990 crea gli Essenziali. Qui il colore diviene autoportante in quanto, unito alla colla, diventa indipendente dal supporto e può essere esposto fissandolo direttamente alle pareti con i chiodi.

Alla fine del XX secolo, torna a riflettere su ciò che per le Quantità libere era stato soltanto un supporto, trasformandolo qui nell'opera stessa: il Polietilene. I fogli colorati di polietilene sostituiscono la pittura e rendono la leggerezza, data dal fluttuare della "plastica" nello spazio, un elemento principale dell'opera.

Dal 2002 sviluppa il ciclo delle Ekleipsis, formate da due fogli di Polietilene di diverso colore, e dal 2003 quello delle Banchise in cui gioca sul "vedo-non vedo" del foglio di polietilene inferiore che viene scoperto dall'aria.

Attorto al 2005 l'artista sente il bisogno di tornare a dipingere; pensando alla sovrapposizione delle membrane utilizzata per le Ekleipsis e le Banchise, stende sottilissimi veli di un solo colore su un colore-base, così da stabilire una pellicola che assorba e diversamente diffonda la luce incidente: sono le Velature.

Nell'agosto 2008 la vita di Antonio Scaccabarozzi viene interrotta da un incidente.