ALIGHIERO BOETTI
TORINO 1940 - ROMA 1994
Alighiero Boetti o Alighiero e Boetti come si firma a partire dal 1971, proviene da famiglia nobile (lui stesso era conte) e nasce a Torino da Corrado Boetti, di professione avvocato, e Adelina Marchisio, violinista diventata ricamatrice. Autodidatta, approda all'arte dopo aver abbandonato gli studi di Economia e Commercio dell'Università di Torino. Fra le sue letture preferite filosofia, alchimia e esoterismo, Hermann Hesse, Paul Klee, si appassiona fin da giovane alla matematica e alla musica.
A diciassette anni scopre l'arte tantrica, gli acquarelli di Wols e poi i tagli di Fontana visti alla galleria Galatea di Torino. Il suo sguardo è già rivolto alle culture extra-europee, soprattutto orientali, Medio ed Estremo Oriente e africane. Grande viaggiatore, subisce il fascino della figura di un suo antenato del XVIII secolo, il monaco domenicano Giambattista Boetti, missionario in terre caucasiche sotto il nome di 'Profeta Mansur'.
A vent'anni dipinge paesaggi ad olio influenzato dal pittore russo Nicolas De Staël. Studia e pratica incisione a Parigi. In terra di Francia a Vallauris, dove l'artista si reca per comprare delle ceramiche da rivendere in Italia, conoscerà la sua futura moglie Annemarie Sauzeau, è il 1962.
Nel 1972 si trasferisce a Roma, contesto più affine alla sua predilezione per il Sud del mondo. Già l’anno precedente ha scoperto l’Afghanistan e avviato il lavoro artistico che affida alle ricamatrici afghane, tra cui le Mappe, i planisferi colorati che riproporrà lungo gli anni, come registro dei mutamenti politici del mondo.
Artista concettuale, versatile e caleidoscopico, moltiplica le tipologie di opere la cui esecuzione – in certi casi – viene delegata con regole ben precise ad altri soggetti e altre mani, assecondando il principio del ‘la necessità e il caso’:
così le biro (blu, neri, rossi, verdi) in cui la campitura tratteggiata mette in scena il linguaggio; così i ricami di lettere, piccoli o grandi, e multicolori; o i Tutto, fitti puzzle in cui si ritrovano silhouette eterogenee tra cui sagome di oggetti e di animali, immagini tratte da riviste e carta stampate, e molto altro, davvero ‘tutto’.
Ci sono inoltre i lavori postali giocati sulla permutazione matematica dei francobolli, l’aleatoria avventura del viaggio postale e la segreta bellezza dei fogli contenuti nelle buste.
Un altro settore dell’opera di Boetti, di mano inconfondibilmente sua, offre nei primi anni 70 tanti ‘esercizi’ su carta quadrettata, basati su ritmi musicali o matematici; successivamente su carta, composizioni leggere in cui scorrono schiere di animali memori della decorazione etrusca e pompeiana. Il tempo, il suo scorrere affascinante e ineluttabile, è forse il tema unificante della pluralità tipologica e iconografica di Boetti.
Alighiero Boetti ha esposto nelle mostre più emblematiche della sua generazione, da When attitudes become form (1969) a Contemporanea (1973), da Identité italienne (1981) a The italian metamorphosis 1943-1968 (1994).
E’ più volte presente alla Biennale di Venezia, con sala personale nell’edizione del 1990, un omaggio postumo nel 2001 e con un’ampia mostra alla Fondazione Cini nella recente edizione del 2017.
Nel 1993 gli viene diagnosticato un tumore. Si dedica incessantemente alla mostra del Magasin che inaugura con successo il 27 novembre. Nel febbraio 1994 c'è ancora tempo per la mostra "Alighiero Boetti, origine et destination" al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles.Curata da Marieanne Van Leou coordinata da Caterina Boetti, dove oltre all'edizione degli undici libri di Boetti i "111", verrà esposto per la prima volta il suo L'anello EUCALYPTUS. Il 24 aprile 1994, Alighiero Boetti muore nella sua abitazione in via del Teatro Pace a Roma.
Tra le mostre più significative degli ultimi anni è stata realizzata la grande retrospettiva Game Plan in tre prestigiose sedi (il MOMA di New York, la Tate di Londra, il Reina Sofia di Madrid).
Dell’ampio corpus di opere molte sono conservate in diverse sedi museali italiane ed internazionali, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, Stedelijk Museum, il MOCA di Los Angeles, ecc.
La sua opera nonché la sua figura d’artista hanno fortemente influenzato la generazione successiva e gli artisti di oggi, in Italia e nel mondo.