UDINE 1939 - MILANO 2018
GETULIO ALVIANI
Getulio alviani, ideatore plastico, progettista, grafico, teorico, collezionista e attivo promotore culturale, nasce a udine il 5 settembre 1939. Per quanto concerne l’attività puramente artistica, inizia giovanissimo ad interessarsi a problemi inerenti l’apprendere e l’informare visivamente e conduce sperimentazioni nel campo della pittura. Ben presto concentra il proprio interesse sull’analisi del complesso mondo del "fare" e del "costruire". Nel 1954 inizia a frequentare alcuni architetti e ingegneri, lavorando nei loro studi; più tardi vince un concorso per delle valvole elettriche, e in seguito disegna degli interruttori per una nota azienda, l'Ave, di cui diventa direttore artistico. Inizia così ad analizzare le singole problematiche della funzione e della natura, delle cose che per formarsi esigono una risoluzione. In questa fase prende anche coscienza di quel processo di acutizzazione che è alla base del suo lavoro di operatore visivo.
Alla fine degli anni cinquanta, il suo interesse si focalizza su problemi inerenti la plasticità strutturata. Nel 1958 hanno inizio le "superfici a struttura vibratile", in acciaio e alluminio, inizialmente con forme libere, manuali, ma subito dopo ordinate, costruite geometricamente; queste ultime sono opere moltiplicabili, ripetibili in serie, perché nate da un’esatta programmazione. La particolare testura che le caratterizza assorbe e rimanda la luce e questo, per la natura stessa del metallo, crea complessi giochi di riflessi che fanno mutare costantemente la luminosità della superficie, generando immagini diverse a seconda dell’angolo di visuale. Come dice alviani, "ognuno di questi oggetti non assume validità per il fatto compositivo, non ha alcuna importanza la presenza in essi di una forma piuttosto che di un’altra, e si deve dire che tutti, anche i più differenti, sono il medesimo oggetto".
Queste superfici vengo esposte per la prima volta nel 1961, nella sua prima personale allestita alla mala galerija di Ljubljana, dove inizia il sodalizio con Zoran Kržišnik e Umbro Apollonio.
Nel 1960 introduce anche "strutture monocrome polivalenti", sia a livello costruttivo che fenomenico dipendente dalla luce e, nel 1961, oggetti plastici riproducibili in serie e, sempre nel campo di vibratilità luminosa, diverse programmazioni per strutture ottico-dinamiche.
In questi primi anni sessanta iniziano i suoi rapporti con i protagonisti del mondo costruttivo, da Georges Vantongerloo a Konrad Wachsmann, da Josef Albers a Max Bill.
Nel 1962 alviani partecipa all’esposizione "arte programmata", organizzata per Olivetti da Bruno Munari e presentata da Umberto Eco, dall’edizione di Venezia è poi a Roma, Düsseldorf, Londra, ecc.
Entra a far parte del gruppo internazionale "nouvelle tendence recherches continuelles" e, introdotto da Ivan Picelj, inizia ad esporre a Parigi da Denise René. Viene anche invitato alla XXXII biennale di Venezia nel 1964.
Nel 1965 partecipa, invitato da william seitz, all’esposizione "the responsive eye" al Museum of Modern Art di New York, mostra epocale che consacrerà l’arte ottica in tutto il mondo, cogliendone però solo il lato effettistico e superficiale, facendola diventare di moda e conseguentemente decretando la fine della sua scientificità per il sopraggiungere della larga diffusione con la conseguente volgarizzazione, fino all’epigonale.
Nel 1976 diviene titolare della cattedra di pitture dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, che lascerà nel 1981 per andare in Venezuela.
Nel 1982 partecipa a "les labyrinthes" di Bruxelles e, l’anno successivo, alla mostra storica "arte programmata e cinetica 1953-63. l’ultima avanguardia" allestita al Palazzo Reale di Milano e curata da Lea Vergine.
Getulio alviani, dopo una vita piena di successi professionali e riconoscenze mondiali, si spegne nel 2018 all’età di 78 anni.